Per un San Martino migliore

2023: si apre il girotondo dei “cantieri scolastici”

Senza nome 1

A San Martino in Rio sta per aprirsi, a quanto pare, una stagione di “cantieri scolastici”:

Tolte le scuole medie (che forse però resteranno senza palestra), pare che nei prossimi mesi (e forse anni) tutti i plessi saranno interessati da cantieri.

Chiariamolo subito: tutto ciò che concorre al bene della comunità sammartinese, anche in termini di strutture e miglioramento degli edifici comunali e dei servizi, trova la nostra condivisione.

Ma non è questo il punto.

Saranno cantieri e lavori che metteranno la parola “fine” alla questione strutture scolastiche? Purtroppo no, quanto meno non per tutto ed è questo il problema.

Con questi cantieri, infatti, andremo:

  • ampliare una scuola materna (via ferioli) per liberare la sede della materna di via Manicardi;
  • realizzare la casa della salute nel cortile di via rivone;
  • rifare la mensa scolastica di via Manicardi (demolendo la sala Arcobaleno)

Ma in tutto ciò, c’è un grande assente:

scomparsa dai radar, infatti, la famosa nuova scuola elementare, solo sulla base della quale si giustificano tutti i cantieri (liberazione di Via Rivone, spostamento materna in Via Ferioli e ampliamento Via Manicardi). Con buona pace delle promesse, proclami e annunci in pompa magna.

Altro grande assente?

La programmazione seria e condivisa dello sviluppo del paese. Loro (la sola giunta) hanno infatti deciso, in solitudine, senza passaggi in assemblee pubbliche o atti di pianificazione del territorio in consiglio comunale, quale è e come sarà lo sviluppo dei servizi e delle infrastrutture pubbliche del paese.

Senza un confronto, senza scambio di idee, senza dibattito… verrebbe da dire senza democrazia! Ma tant’è.

A cosa servono la programmazione e la pianificazione condivise?

A rafforzare il senso di comunità, a fare emergere idee e osservazioni costruttive, ad ampliare il bagaglio di fattori per prendere decisioni, a promuovere la partecipazione dei cittadini alle scelte del proprio comune e territorio, al quale, volenti o nolenti, versiamo i nostri tributi.

Ma state sereni: fisseranno una riunione per presentare i progetti (che è cosa ben diversa da raccogliere le idee prima di fare i progetti) e a fine lavori, tra due anni (guarda caso giusto in tempo per le prossime elezioni), taglieranno i nastri tricolori.

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