San Martino in Rio – Meno di due mesi: questo è il tempo che è passato dalle promesse elettorali sulle opere pubbliche alla realtà dei fatti; meno di due mesi per farci capire che l’elenco dei lavori pubblici che sembravano prossimi alla realizzazione, in realtà così “prossimi” non saranno.
Nel discutere la variazione di bilancio, durante il consiglio comunale del 29/11, emerge la necessità di spostare di almeno (almeno) un anno i lavori programmati ed inseriti nel piano triennale delle opere pubbliche per l’anno 2021.
Forse qualcuno non troverà nulla di strano in tutto ciò, visto che la “nuova” giunta si è insediata poco meno di un mese fa e siamo ormai a Dicembre.
La cosa curiosa è che la Giunta è per i 4/5 la stessa che da cinque anni a questa parte redige il programma delle opere pubbliche a San Martino, riproponendo sempre le stesse cose (ma posticipando l’inizio lavori):
- Complanare di Gazzata: progetto fermo da 12 anni il cui unico passo avanti è stato l’allestimento, in campagna elettorale, di un cartellone pubblicitario ad annunciare la prossima realizzazione. L’unica opera che il Sindaco nell’ultimo consiglio comunale del 29/11 ha dato per certa entro il 2022.
- Ristrutturazione ed ampliamento plesso scolastico di Via Manicardi: dal 2017 presente nelle linee programmatiche e nel piano triennale delle opere pubbliche. In attesa di mutui BEI per € 2.000.000 e di € 300.000 da risorse comunali provenienti da alienazioni;
- Ampliamento cimitero di Gazzata: progetto presente già nelle linee di mandato del 2016 e riproposto tutti gli anni nei piani delle opere pubbliche. Necessari € 143.000 da finanziare con alienazioni;
- Adeguamento sismico asilo Peter Pan: presente dal 2018 nelle linee programmatiche e nei piani triennali.
- Adeguamento sismico palestra scuole medie: presente dal 2018 nelle linee programmatiche e nei piani triennali. Già spostato al 2023 in attesa di mutui BEI per €300.000 e di € 31.000 da risorse comunali da alienazioni;
- Rotatoria tra via Reggio/via Matteotti/via Forche: anche questa presente dal 2018 nelle linee programmatiche e nei piani triennali. Questa opera già slittata al 2023 in attesa di copertura finanziaria di € 66.000 da recuperare con alienazioni;
Ma a cosa sono dovuti tutti questi rinvii? E’ il solito stereotipo delle lungaggini burocratiche o c’è dell’altro?
Che la burocrazia non sia proprio snella è ormai risaputo, però è anche vero che se non ci sono sufficienti mezzi economici per coprire le spese dei lavori e l’amministrazione comunale si orienta quasi esclusivamente su alienazioni di beni pubblici, non può essere esente da colpe.
L’alienazione è un bene del comune (quindi dell’intera comunità) che si decide di vendere sul mercato o “scambiarlo” a fronte di lavori da realizzare, la cui contrattazione si basa su logiche di mercato e non sulle necessità di cassa comunali.
Facile a dirsi, ma molto complicato da realizzarsi, infatti negli ultimi cinque anni i proventi derivanti da alienazioni non sono superiori ai €150.000 (a fronte di una necessità, solo per le opere elencate, di almeno € 610.000).
Dal momento che le opere pubbliche sono finanziate principalmente da contributi sovra-comunali (bandi e concorsi statali o regionali) ed in parte da alienazioni per coprire la parte in carico al comune, è ovvio che sommando le difficoltà ad accedere ai contributi e con un mercato poco interessato alle alienazioni del comune, il risultato non può non essere di un’attesa cronica di capitali e continui slittamenti dei lavori!
Considerazioni che sono state “omesse” in campagna elettorale da parte del Sindaco Fuccio.
Ora che ha ottenuto la riconferma, le promesse elettorali sono rimaste tali, ma la realtà è ben diversa dal libro dei sogni e di quanto ci hanno raccontato.
Vedi anche: